Sunday, May 03, 2009
SAVANA PADANA
Finalmente una storia tutta italiana raccontata con il ritmo e lo stili della crime novel americana. Savana Padana è storia originale che non risponde ai patetici canoni della solita letteratura italiana snob e solipsistica, ma che al contrario narra una vicenda senza moralismi, personalismi e sentimentalismi. Niente personaggi soporiferi infatti e niente contemplazioni dell'ombelico. No, niente di tutto ciò. Savana Padana, il nuovo romanzo pulp/noir di Matteo Righetto (fondatore, tra l'altro, del movimento Sugarpulp) ci racconta una storia criminale davvero esplosiva, ambientata nel profondo e bieco Nordest del nostro paese. Personaggi truci che vi faranno ridere a crepapelle, ambienti epici, dialoghi pulp e situazioni grottesche, in una vicenda tragicomica (con un finale pirotecnico e inaspettato) così ben architettata che alcuni critici letterari nazionali hanno accostato l'autore nientemeno che al maestro statunitense Joe R. Lansdale.
Prendete una banda scalcinata di delinquenti locali, una gang di zingari e un Comandante dei carabinieri che crede di saperla lunga. Ambientate il tutto in un piccolo paese del Veneto, immerso nell'afa estiva che squaglia la pelle.
Shakerate insieme bar, partite a carte, camion di gelati, sparatorie, campi di mais, furti e tradimenti. Otterrete Savana Padana: una storia che affonda le radici nell'umida provincia del Nordest, una sorta di regolamento di conti alla O.K. CORRAL in cui la narrazione mescola la lingua italiana con i dialetti e punta a rendere i colori, il sangue e le corrotte geometrie dei rapporti di una terra epica. Se volete divertirvi, dovete assolutamente leggere questo libro. Imperdibile!
Titolo: SAVANA PADANA
Editore: ZONA
Pagine: 120
Prezzo: 13,00
Autore. Matteo Righetto
Monday, February 02, 2009
FINALMENTE NASCE SUGARPULP!
www.sugarpulp.it
Sugarpulp affonda le proprie radici nella natura fiera e selvaggia del Nordest, una terra epica, per certi aspetti ancora legata alle tradizioni arcaiche, e che tuttavia ha saputo assecondare i processi di una modernizzazione necessaria ma anche impietosamente perseguita.
Sugarpulp è la polpa narrativa, adulterata con lo zucchero di barbabietola, con una gradazione saccarometrica crescente che rende lo scrivere più alcoolico, più tossico, più anfetaminico.
Sugarpulp è narrazione a duecento all’ora, è scrittura montata in modo ipercinetico, è dialogo-azione-dialogo-azione, è un modo di scrivere che mescola il linguaggio cinematografico della sceneggiatura con i profumi di sangue e zucchero della Bassa, dei campi di mais, delle case coloniche, le osterie, i colli, gli ippodromi, il mito della Romea e del Delta.
Sugarpulp non accetta le storie di riflessione, i solipsismi, le contemplazioni dell’ombelico. Sugarpulp vuole mandare a memoria la lezione americana della spettacolarizzazione della scrittura, prendendo a modello le nuove avanguardie di una new wave a stelle e strisce che annovera nelle sue file autori di grande successo come Cormack McCarthy, Joe Lansdale, Victor Gischler, Elmore Leonard. Sono solo alcuni esempi, certo, ma i modelli citati costituiscono il calco di un imperativo: creare una narrativa giovane, fresca, veloce, che racconti storie slabbrate, rabbiose, piene di humour nero e dissociazioni mentali.
Le storie Sugarpulp sono girandole impazzite, sono pastiche di piombo e noir, di tradimenti e devianze, sono la nuova grande frontiera di uno scrivere che vuole celebrare la liturgia di una terra e una realtà sociale tipiche del Nordest.
Perché il Nordest, la Bassa, la grande Pianura Padana non sono più - da oggi - un Paese per vecchi.
www.sugarpulp.it
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Sugarpulp affonda le proprie radici nella natura fiera e selvaggia del Nordest, una terra epica, per certi aspetti ancora legata alle tradizioni arcaiche, e che tuttavia ha saputo assecondare i processi di una modernizzazione necessaria ma anche impietosamente perseguita.
Sugarpulp è la polpa narrativa, adulterata con lo zucchero di barbabietola, con una gradazione saccarometrica crescente che rende lo scrivere più alcoolico, più tossico, più anfetaminico.
Sugarpulp è narrazione a duecento all’ora, è scrittura montata in modo ipercinetico, è dialogo-azione-dialogo-azione, è un modo di scrivere che mescola il linguaggio cinematografico della sceneggiatura con i profumi di sangue e zucchero della Bassa, dei campi di mais, delle case coloniche, le osterie, i colli, gli ippodromi, il mito della Romea e del Delta.
Sugarpulp non accetta le storie di riflessione, i solipsismi, le contemplazioni dell’ombelico. Sugarpulp vuole mandare a memoria la lezione americana della spettacolarizzazione della scrittura, prendendo a modello le nuove avanguardie di una new wave a stelle e strisce che annovera nelle sue file autori di grande successo come Cormack McCarthy, Joe Lansdale, Victor Gischler, Elmore Leonard. Sono solo alcuni esempi, certo, ma i modelli citati costituiscono il calco di un imperativo: creare una narrativa giovane, fresca, veloce, che racconti storie slabbrate, rabbiose, piene di humour nero e dissociazioni mentali.
Le storie Sugarpulp sono girandole impazzite, sono pastiche di piombo e noir, di tradimenti e devianze, sono la nuova grande frontiera di uno scrivere che vuole celebrare la liturgia di una terra e una realtà sociale tipiche del Nordest.
Perché il Nordest, la Bassa, la grande Pianura Padana non sono più - da oggi - un Paese per vecchi.
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Friday, December 19, 2008
FINALMENTE NASCE SUGARPULP. FIRMA ANCHE TU IL MANIFESTO!
Sugarpulp affonda le proprie radici nella natura fiera e selvaggia del Nordest, una terra epica, per certi aspetti ancora legata alle tradizioni arcaiche, e che tuttavia ha saputo assecondare i processi di una modernizzazione necessaria ma anche impietosamente perseguita.
Sugarpulp è la polpa narrativa, adulterata con lo zucchero di barbabietola, con una gradazione saccarometrica crescente che rende lo scrivere più alcoolico, più tossico, più anfetaminico.
Sugarpulp è narrazione a duecento all’ora, è scrittura montata in modo ipercinetico, è dialogo-azione-dialogo-azione, è un modo di scrivere che mescola il linguaggio cinematografico della sceneggiatura con i profumi di sangue e zucchero della Bassa, dei campi di mais, delle case coloniche, le osterie, i colli, gli ippodromi, il mito della Romea e del Delta.
Sugarpulp non accetta le storie di riflessione, i solipsismi, le contemplazioni dell’ombelico. Sugarpulp vuole mandare a memoria la lezione americana della spettacolarizzazione della scrittura, prendendo a modello le nuove avanguardie di una new wave a stelle e strisce che annovera nelle sue file autori di grande successo come Cormack McCarthy, Joe Lansdale, Victor Gischler, Elmore Leonard. Sono solo alcuni esempi, certo, ma i modelli citati costituiscono il calco di un imperativo: creare una narrativa giovane, fresca, veloce, che racconti storie slabbrate, rabbiose, piene di humour nero e dissociazioni mentali.
Le storie Sugarpulp sono girandole impazzite, sono pastiche di piombo e noir, di tradimenti e devianze, sono la nuova grande frontiera di uno scrivere che vuole celebrare la liturgia di una terra e una realtà sociale tipiche del Nordest.
Perché il Nordest, la Bassa, la grande Pianura Padana non sono più - da oggi - un Paese per vecchi.
Matteo Righetto Matteo Strukul
www.sugarpulp.it
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Sugarpulp affonda le proprie radici nella natura fiera e selvaggia del Nordest, una terra epica, per certi aspetti ancora legata alle tradizioni arcaiche, e che tuttavia ha saputo assecondare i processi di una modernizzazione necessaria ma anche impietosamente perseguita.
Sugarpulp è la polpa narrativa, adulterata con lo zucchero di barbabietola, con una gradazione saccarometrica crescente che rende lo scrivere più alcoolico, più tossico, più anfetaminico.
Sugarpulp è narrazione a duecento all’ora, è scrittura montata in modo ipercinetico, è dialogo-azione-dialogo-azione, è un modo di scrivere che mescola il linguaggio cinematografico della sceneggiatura con i profumi di sangue e zucchero della Bassa, dei campi di mais, delle case coloniche, le osterie, i colli, gli ippodromi, il mito della Romea e del Delta.
Sugarpulp non accetta le storie di riflessione, i solipsismi, le contemplazioni dell’ombelico. Sugarpulp vuole mandare a memoria la lezione americana della spettacolarizzazione della scrittura, prendendo a modello le nuove avanguardie di una new wave a stelle e strisce che annovera nelle sue file autori di grande successo come Cormack McCarthy, Joe Lansdale, Victor Gischler, Elmore Leonard. Sono solo alcuni esempi, certo, ma i modelli citati costituiscono il calco di un imperativo: creare una narrativa giovane, fresca, veloce, che racconti storie slabbrate, rabbiose, piene di humour nero e dissociazioni mentali.
Le storie Sugarpulp sono girandole impazzite, sono pastiche di piombo e noir, di tradimenti e devianze, sono la nuova grande frontiera di uno scrivere che vuole celebrare la liturgia di una terra e una realtà sociale tipiche del Nordest.
Perché il Nordest, la Bassa, la grande Pianura Padana non sono più - da oggi - un Paese per vecchi.
Matteo Righetto Matteo Strukul
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Thursday, December 11, 2008
VISTI DAGLI ALTRI
Il quotidiano francese "La Tribune" ha affidato a una giuria di 12 giornalisti europei di 9 diversi Paesi la scelta del "miglior dirigente Ue". Il premier italiano Berlusconi si è classificato ultimo, surclassando in peggio tutti gli altri capi di Stato dei 27 paesi dell'Unione: superato perfino dal premier ceco Topolanek.
Il quotidiano francese "La Tribune" ha affidato a una giuria di 12 giornalisti europei di 9 diversi Paesi la scelta del "miglior dirigente Ue". Il premier italiano Berlusconi si è classificato ultimo, surclassando in peggio tutti gli altri capi di Stato dei 27 paesi dell'Unione: superato perfino dal premier ceco Topolanek.
Friday, November 28, 2008
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