Sunday, January 14, 2007

COME MANGIARSI I CO(NI)GLIONI

Dal Corsera di oggi:

Per ridurre il deficit alimentare nordcoreano basterebbe dare una bella sistemata al bilancio dello stato, su cui per ben un terzo gravano le spese militari (l’Italia non arriva al 3%, tanto per intenderci). Lo scorso 10 gennaio, inoltre, l’Istituto coreano per la politica economica internazionale di stanza a Seul ha rivelato – come riportato dall’agenzia AsiaNews – che nel 2004 le spese per la propaganda avevano raggiunto ben il 38,5% del budget statale, e sono state impiegate per la costruzione di 30mila statue di Kim Jon-Il e del padre Kim Il-Sung. Dati non recentissimi (del resto la Corea del Nord è quasi impenetrabile all’informazione), ma fortemente indicativi; non c’è ragione di pensare che si siano ridotti nel 2005 e nel 2006, complici i sontuosi festeggiamenti per il 60° anniversario della guerra vinta contro il Giappone e le campagne propagandistiche pro test missilistici e atomici. Insomma: in Corea del Nord il popolo ha fame. Tanta fame. E anziché sistemare il bilancio dello stato, sapete quale brillante idea è venuta a Kim Jong II ? Importare ed allevare i maxi esemplari di conigli da 8-10 chili «creati» da un pensionato tedesco diventato famoso in questi giorni. «Il popolo non ha riso da mangiare? Date loro carne di coniglio!» Parodiando una frase attribuita a Maria Antonietta ai tempi della Rivoluzione Francese, si può così riassumere l’ennesimo, strampalato tentativo della Corea del Nord per porre fine o almeno arginare i gravi problemi di denutrizione che affliggono gran parte della sua popolazione. Chissà se l’idea di allevare maxi conigli è imputabile direttamente al ghiotto Kim Jong-Il («l’unico uomo grasso di Pynogyang», secondo il giornalista americano esperto di affari coreani Michael Breen), peraltro già foriero di «consigli» volti ad aumentare l’efficienza alimentare del Paese che la dicono tutta sullo stato delle cose: ad esempio, defecare in appositi contenitori per poi utilizzare il tutto come fertilizzante. E’ possibile che i conigli siano davvero destinati alla popolazione, e non ai proverbiali vizi gastronomici del dittatore, più orientati verso il sushi, l’aragosta, i vini e cognac francesi (di cui in teoria si è dovuto privare in virtù di appositi embarghi Onu e giapponese, all’indomani dei test atomici dello scorso 9 ottobre). D’ora in avanti quindi, in Corea del Nord coniglioni per tutti e per tutti i gusti.

1 comment:

Unknown said...

Saluti e baci ricambiati