Tuesday, January 09, 2007

FUGA DAI BARONI

In un’intervista pubblicata sul quotidiano La Stampa, Paolo De Coppi, il ricercatore padovano che lavora allo studio sulle cellule staminali nel liquido amniotico, afferma che in Italia non avrebbe mai avuto la possibilità di portare avanti le sue ricerche. Per quali motivi? Per diverse ragioni. In breve: 1) Da noi non si crede nei trentenni, anche se sono loro ad avere le idee migliori. 2) All’estero vi sono Università in cui si incontrano grandi scienziati a cui interessa scambiare davvero idee e fare vera ricerca, mentre in Italia questa è una logica difficile da trovare, poiché ognuno pensa e lavora soltanto per fare i propri interessi. E questo nel nostro paese accade in tutti i settori, dalla politica alla cultura, passando per la magistratura, la ricerca, l'università etc..., con il tipico paludismo baronale del Sistema Italia. 3) Infine, negli Stati Uniti si può investire anche negli studi più rischiosi. Proprio come capitò a lui quando nel 2000, il prof. Anthony Atala, autentico luminare della genetica dei tessuti, offrì a Paolo De Coppi piena fiducia e massimo appoggio per la sua ricerca, dicendogli letteralmente: “Caro Paolo, spendi pure tutti i soldi che vuoi!” E a un certo punto Paolo ci ha pensato per davvero, e così ha preso il primo volo e se ne è andato.

3 comments:

Anonymous said...

Ciao! Bel post!
Purtroppo in Italia ci sono tante cose che andrebbero riformate completamente, ed una di queste è l'Università (in particolare il settore ricerca), ma appena qualcuno ci prova viene sommerso dalle polemiche.
Probabilmente la prima cosa da riformare dovrebbe essere la mentalità della gente...

Anonymous said...

La storia del medico ricercatore padovano deve essere un monito non solo per chi ci governa( ma forse a loro non interessa più di tanto in quanto i loro figli sono già iscritti fin dalle materne alle scuole anglo-americane,scuole di pensiero liberale che loro attaccano a testa bassa nelle loro tribune elettorali) ma per i nostri ragazzi ed adolescenti che devono svegliarsi dalla dose di torpore mentale iniettatoli nelle vene da una scuola pubblica staliniana che ha come regole: ascoltare in silenzio,leggere ,ripetere,memorizzare,immagazzinare e ripetere di nuovo a comando.L'importante non SBAGLIARE.
I ragazzi chiedono invece di ascoltare ed interagire,di analizzare,di sbagliare e correggersi,e sopratutto di provare emozioni.
Onore a chi nella scuola inietta nell'anima di questi ragazzi ,forse futuri ricercatori ,o professionisti,quella dose di CURIOSITA che è cara a loro sin dall'infanzia ma che certa scuola gli ha negato.
"It's never too late to have a happy chilhood",tom robbins.
"non è mai troppo tardi per avere un infanzia felice",tom robbins.

BAAL said...

il post precedente era di baal