Contro la pena di morte sempre, ovunque e comunque. Si tratti pure dei peggiori criminali o dei tiranni più sanguinari, come nel caso, appunto, dell'ex Raiss di Baghdad. Nessuno tocchi Caino, dunque. Nella maniera più assoluta. Ma non si usino, per piacere, parole come orrore, sgomento e martirio, soprattutto se a pronunciarle, nascondendo una lacrima, sono gli stessi personaggi che non hanno mai sprecato una sola parola di pietà per quanti innocenti sono stati giustiziati e continuano quotidianamente ad esserlo in molti paesi del mondo, tra i quali anche l'esotica e felice isola di Cuba. La vita di un innocente e quella di un tiranno hanno lo stesso valore, ma è inaccettabile che si finisca per condannare a viva voce soltanto la forca di quest'ultimo, tacendo vergognosamente, ad esempio, le 10.000 esecuzioni capitali eseguite nel 2006 nella sola Cina. Non so perché, ma tutto ciò mi fa sospettare che molti fra quelli che oggi si strappano le vesti e gridano all'orrore, allo sgomento ed al martirio, in fondo in fondo non siano poi tanto contrari alla pena di morte, a meno che, in un modo o nell'altro, non c'entrino gli americani. Beh, in tal caso...
L’alibi di Beethoven
3 days ago